Come Diventare Trans: Step per Cambiare Sesso
Alla domanda: “Come diventare trans?” non è possibile dare un’unica risposta. Limitare il tutto a un rapporto causa-effetto e a tempistiche standard è riduttivo: si tratta, infatti, di un percorso personale, non esauribile in passaggi standardizzati.
Nelle prossime righe cercherò di trattare l’argomento nella maniera più ampia possibile, toccandone i punti salienti su come diventare transex, elencando gli step ideali sia per il maschio che per la femmina.
L’inizio della transizione
Il punto di partenza per tutti non è certo una pura e semplice curiosità di calarsi nei panni del genere opposto o di provarne le stesse sensazioni. Il movente verso il passo decisivo ha ragioni ben più profonde.
Piuttosto è la presa di coscienza di un’incongruenza fra il sesso sentito come proprio e quello con il quale si nasce. Da qui scaturisce il desiderio di transizionare: un uomo può avvertire l’esigenza di diventare donna e viceversa.
Riguardo l’età non esiste una fascia precisa, anche se la maggior parte delle persone parlano di primi segnali durante l’adolescenza. Il tutto genera un malessere con tendenza a perdurare nel tempo, in passato definito come “disturbo dell’identità di genere”.
Data la natura emotiva (e non patologica) della condizione, è più corretto utilizzare il termine disforia. La parola deriva dal greco e si riferisce a una sofferenza interiore difficile da sopportare.
I modi per passare al sesso opposto
Il cammino di allineamento con la propria identità di genere si chiama transizione. Viene definita completa o parziale, in base all’attuazione o meno di un’operazione chirurgica per il cambiamento di sesso. Al di là della terminologia, comunque, l’iter include una moltitudine di sfumature lontane da qualsiasi tentativo di classificazione.
Tuttavia è importante sottolineare un aspetto: chi si limita a interventi più soft non è detto che sia più indietro di altri o altre nel percorso. Il grado di evoluzione va di pari passo non tanto con la radicalità dei cambiamenti morfologici, ma con il sentirsi realizzati e appagati.
Fatta questa importante premessa, possiamo distinguere più modalità di passaggio per diventare trans, di cui una non esclude l’altra:
• dissimulazione di alcune caratteristiche del proprio sesso biologico, in privato come in pubblico (sociale)
• acquisizione di attributi fisici dell’identità di genere desiderata (medica)
• rettifiche al proprio nome nei documenti (legale).
A tale proposito va ricordata la differenza fra transessuale e transgender. Nel primo caso i cambiamenti comprendono dei trattamenti medici e chirurgici, totalmente assenti nel secondo.
Come diventare trans, un’azione su più livelli

A seconda del sesso biologico di partenza, possiamo fare una distinzione di massima fra transizione uomo-donna e quella donna-uomo. Sono conosciute anche con gli acronimi MtF e FtM, dove M sta per “male” (maschio, in inglese) e F per “female” (femmina).
Entrambe prevedono una serie di modifiche su vari aspetti, attuabili in tutto o in parte in base all’obiettivo e ai desideri di ciascuno. In ogni caso è fondamentale il supporto di uno psicologo, per una gestione emotiva ottimale di tutte le fasi di cambiamento.
Come si diventa Trans: Transizione uomo-donna
L’uomo che diventa donna: Si tratta della situazione più frequentemente riscontrata, anche se negli ultimi tempi i passaggi FtM hanno registrato una tendenza all’aumento. Oltre a un eventuale (e liberatorio) coming-out, al ricorso del parrucchiere o dell’estetista, all’utilizzo degli abiti femminili e del make-up, è possibile sottoporsi a trattamenti medici, tassativamente con il supporto di un professionista in ambito sanitario.
L’assunzione di ormoni femminili porta a un decremento progressivo di quelli maschili, in tempi ragionevolmente brevi e con effetti ben visibili. Fra questi ricordiamo il diradamento della peluria, la ripartizione dell’adipe e la crescita del seno, a cui potrà fare seguito una mastoplastica additiva per aumentarne le dimensioni.
Vagino-plastica e asportazione del sacco scrotale (orchiectomia) sono gli interventi decisivi per completare la transizione. A questi si accompagneranno anche la riduzione (o completa rimozione) del pomo d’Adamo e eventuale chirurgia maxillo-facciale, per conferire al volto un aspetto ancora più femminile.
Per le persone che hanno completato la transizione, alla luce delle attuali conoscenze in campo medico-scientifico non è possibile rimanere incinte. Gli studi sono in corso e non è esclusa, in futuro, la possibilità di affrontare una gravidanza.
Come si diventa Trans: Transizione donna-uomo
Trans da donna a uomo: Come nel caso precedente è possibile medicalizzare il percorso, grazie alla terapia ormonale. In questo modo si favoriscono la crescita della barba, i cambiamenti della voce e l’acquisizione di una fisionomia globalmente più mascolina. In genere sono previsti tempi più lunghi rispetto al mutamento uomo-donna, ma non è una regola.
Il completamento del passaggio FtM può avvenire mediante più operazioni chirurgiche, mirate all’asportazione dei seni e al mutamento degli organi riproduttivi. Fra questi ricordiamo la falloplastica e l’isterectomia, vale a dire la costruzione del pene e la rimozione dell’utero.
Un’altra soluzione è la metoidioplastica, molto apprezzata per essere una procedura più conservativa e in grado di far acquisire le funzionalità del pene. Da un’assunzione intensiva di testosterone si arriva a un’ipertrofia del clitoride, che raggiunge un diametro di 4-5 cm. Dopodiché si può eseguire un collegamento con il canale uretrale e una scrotoplastica sulle grandi labbra, con l’inserimento di due protesi.
Come diventare Trans: Fasi post-operatorie
Dopo gli interventi chirurgici è indispensabile seguire eventuali terapie per ristabilire le funzionalità locali, prescritte dal medico di riferimento. Occorre attenersi scrupolosamente alle indicazioni, al fine di evitare complicanze.
Conclusioni
A livello legale, l’identità transessuale è stata depenalizzata e riconosciuta ufficialmente nel 1982, con la legge 164. L’evento ha rappresentato una svolta e ha reso meno difficoltosa la ri-attribuzione del sesso, sia da un punto di vista sociale che medico-legale, ma il suo riconoscimento come condizione svincolata da malattie mentali è ben più recente e risale al 18 maggio 2018, quando l’OMS l’ha depatologizzata.
Per queste ragioni e per tutte le altre elencate sopra, si tratta quindi di un argomento molto delicato, a cui mi auguro di avere reso giustizia.
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